Poesie di Adrienne Rich
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(lezione di M.Luisa Vezzali,
24/04/12)
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Via Insomnia
Called up in sleep: your voice:
I
don’t know where I am . . .
A hand, mine, stroking a white fur
surface you as a white fur hat unstitched, outspread
white as your cold brancusian
marble head what animal’s pelt resembles you? but these are my navigations: you
don’t know where you are
Is this how it is to be newly
dead? unbelieving the personal soul,
electricity unsheathing from the cortex, light-waves fleeing into the black
universe
to lie awake half-sleeping,
wondering
Where,
when will I sleep
for Tory
Dent
2006
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Via insonnia
Una chiamata nel sonno: la tua voce:
Non
so dove sono...
Una mano, la mia, che accarezza
una superficie di pelliccia bianca
tu, cappello di pelliccia bianca
scucito, disteso
bianca come la tua fredda testa di
marmo brancusiana a quale manto animale assomigli?
ma queste sono le mie navigazioni: non sai
dove sei
È cosí essere appena morti? non credendo all’anima individuale,
elettricità sguainata dalla corteccia, onde-luce che fuggono nell’universo
nero
giacere sveglia assonnata, a
chiedersi
Dove,
quando dormirò
per Tory
Dent
2006
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Tonight No Poetry Will Serve
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Stanotte nessuna poesia servirà
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Saw you walking barefoot
taking a long look
at the new moon's eyelid
later spread
sleep-fallen, naked in your dark hair
asleep but not oblivious
of the unslept unsleeping
elsewhere
Tonight I think
no poetry
will serve
Syntax of rendition:
verb pilots the plane
adverb modifies action
verb force-feeds noun
submerges the subject
noun is choking
verb
disgraced goes on doing
now diagram the sentence
2007
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Ti ho visto camminare scalza
dare un lungo sguardo
alla palpebra della nuova luna
più tardi distesa
addormentata, nuda con i tuoi capelli scuri
nel sonno ma non dimentica
degli insonni senza sonno
altrove
Stanotte credo
che nessuna poesia
servirà
Sintassi della traduzione:
il verbo pilota l’aereo
l’avverbio modifica l’azione
il verbo alimenta artificialmente il nome
annega il soggetto
il nome soffoca
il verbo disgrazia insiste
ora disegna il grafico della frase
2007
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Transparencies
That the meek word like the
righteous word can bully
that an Israeli soldier
interviewed years
after the first Intifada could
mourn on camera
what under orders he did, saw
done, did not refuse that another leaving Beit Jala could scrawl
on a wall: We are truely sorry for the mess we made is merely routine word that would cancel deed
That human equals innocent and
guilty
That we grasp for innocence
whether or no
is elementary That words can translate into broken
bones
That the power to hurl words is a
weapon
That the body can be a weapon
any child on playground knows
That asked your favorite word in a game
you always named a thing, a
quality, freedom or river (never a pronoun never God or War)
is taken for granted That word and body
are all we have to lay on the line
That words are windowpanes in a
ransacked hut, smeared
by time’s dirty rains, we might
argue
likewise that words are clear as
glass till the sun strikes it blinding
But that in a dark windowpane you have seen your face
That when you wipe your glasses the text grows creare
That the sound of crunching glass comes
at the height of the wedding
That I can look through glass into
my neighbor’s house
but not my neighbor’s life
That glass is sometimes broken to
save lives
That a word can be crushed like a
goblet underfoot is only what it seems, part question, part answer: how you
live it
2002
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Trasparenze
Che la parola mite e la parola
retta possano tiranneggiare
che un soldato israeliano
intervistato anni
dopo la prima Intifada possa
piangere davanti alla telecamera
per quanto obbedendo agli ordini
ha compiuto, ha visto compiere, non ha rifiutato
che un altro lasciando Beit Jala
possa scarabocchiare su un muro: Ci
dispiace sinceramente per il casino che abbiamo fatto
è pura routine una parola che cancellerebbe un fatto
Che sia umano equiparare innocente
e colpevole Che ci aggrappiamo all’innocenza in ogni caso è elementare
Che le parole possano tradursi in
ossa rotte
Che il potere di scagliare parole
sia un’arma
Che il corpo possa essere un’arma
qualsiasi bambino in cortile lo sa Che al gioco di dire la parola preferita
tu abbia sempre risposto una cosa, una qualità, libertà o
fiume (mai un
pronome mai Dio o Guerra)
è dato per scontato Che parola e corpo
siano l’unica posta che abbiamo da
rischiare
Che le parole siano finestre in
una capanna saccheggiata, lordata
dalle piogge sporche del tempo,
potremmo discuterne
o che le parole siano chiare come
vetro finché il sole colpisce accecante
Ma che in una finestra buia tu abbia visto il tuo volto Che quando
ti pulisci gli occhiali il testo diventi piú chiaro
Che il rumore di bicchieri rotti
arrivi al culmine delle nozze
Che io possa guardare attraverso
una lente
nella casa del mio vicino
ma non nella vita del mio vicino
Che a volte si rompa il vetro per
salvare vite
Che una parola possa essere
schiacciata come un calice sotto i piedi
è solo ciò che appare, in parte
domanda, in parte risposta: come la vivi
2002
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For This
If I’ve reached for your lines (I have)
like letters from the dead that
stir the nerves
dowsed you for a springhead
to water my thirst
dug into my compost skeletons and
petals
you surely meant to catch the
light:
—at work in my wormeaten
wormwood-raftered stateless underground
have I a plea?
If I’ve touched your finger
with a ravenous tongue
licked from your palm a rift of
salt
if I’ve dreamt or thought you
a pack of blood fresh-drawn
hanging darkred from a hook
higher than my heart
(you who understand transfusion)
where else should I appeal?
A pilot light lies low
while the gas jets sleep
(a cat getting toed from stove
into nocturnal ice)
language uncommon and agile as
truth
melts down the most intractable
silence
A lighthouse keeper’s ethics:
you tend for all or none
for this you might set your
furniture on fire
A this we have blundered over
as if the lamp could be shut off
at will
rescue denied for some
and still a lighthouse be
1999
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Per questo
Se ho teso la mano ai tuoi versi (l’ho fatto)
come a lettere dei morti che
ridestano l’animo
da rabdomante cercato la tua fonte
per abbeverare la mia sete
scavato nel mio concime scheletri
e petali
che per te dovevano riflettere la
luce:
– al lavoro nel mio sotterraneo
mangiato dai vermi roso dai tarli senza patria
ho una scusa?
Se ho sfiorato il tuo dito
con lingua affamata
leccato dal tuo palmo una crepa di
sale
se ti ho sognato o pensato
sacca di sangue appena estratto
appeso rossoscuro a un gancio
piú in alto del mio cuore
(tu che comprendi la trasfusione)
a cos’altro dovrei rivolgermi?
Una luce-spia brilla fioca
mentre i fuochi del gas dormono
(un gatto esce in punta di zampa
dai fornelli
al gelo notturno)
il linguaggio raro e agile come la
verità
scioglie il silenzio piú radicale
L’etica del custode di un faro: cura di tutti o di nessuno
per questo si può pure dare fuoco
ai mobili
Un questo contro cui abbiamo sbattuto
come se la luce potesse essere
spenta a estro
il salvataggio negato ad alcuni
e rimanere un faro
1999
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From Terza Rima
11.
Under the blackened dull-metal
corners
of the small espresso pot
a jet flares blue
a smell tinctures the room
—some sniff or prescience of
a life that actually could be
lived a grain of hope
a bite of bitter chocolate in the
subway
to pull on our senses
without them we’re prey
to the failed will
its science of despair
12.
How I hate it when you ascribe to
me
a “woman’s vision”
cozy with coffeepots drawn curtains
or leaning
in black leather dress
over your chair
black fingernail tracing your
lines
overspent Sibyl drifting in a
bottle
How I’ve hated speaking “as a
woman”
for mere continuation
when the broken is what I saw
As a woman do I love
and hate? as a woman
do I munch my bitter chocolate
underground?
Yes. No. You too
sexed as you are hating
this whole thing you keep on it
remaking
13.
Where the novice pulls the guide
across frozen air
where the guide suddenly grips the shoulder
of the novice where the moss is golden
the sky sponged with pink at
sunset
where the urine of reindeer barely
vanished
stings the air like a sharp herb
where the throat of the clear-cut
opens
across the surrendered forest
I’m most difficultly
with you I lead
and I follow
our shadows reindeer-huge
slip onto the map of chance and
purpose figures
on the broken crust
exchanging places bites to eat
a glance
2000
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Da Terza Rima
11.
Sotto gli spigoli di metallo
annerito
della piccola moka
blu arde una fiamma
un profumo impregna la stanza
– aroma o precognizione di
una vita che in effetti potrebbe
essere
vissuta un chicco di speranza
un morso di cioccolata amara nel
metrò
per ravvivare i sensi
senza i quali siamo prede
della volontà fallita
la sua scienza della disperazione
12.
Come odio quando mi attribuisci
una “visione di donna”
accogliente tra le porcellane le tende tirate
o china
in abito di pelle nera
sulla tua sedia
con l’unghia nera a tracciarti i
lineamenti
Sibilla sfinita galleggiante nella
bottiglia
Quanto ho odiato parlare “da
donna”
per la mera continuazione
mentre vedevo la frattura
Da donna amo
e odio? da donna
mastico la mia cioccolata amara
sottoterra?
Sí. No. Anche tu
sessuato come sei odiando
l’intero affare continui a
perpetuarlo
13.
Là dove il novizio tira la guida
per l’aria gelata
dove la guida all’improvviso
afferra la spalla
del novizio dove il muschio è d’oro
il cielo chiazzato di rosa al
tramonto
dove l’urina della renna appena
scomparsa
punge l’aria come un’erba affilata
dove la gola della radura si apre
per la foresta arresa
è piú difficile restare
con te io conduco
e tengo dietro
le nostre ombre grandi come renne
scivolano sulla mappa del caso e
del fine figure
sulla crosta aperta
si scambiano posto
bocconi
uno sguardo
2000
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